Sabato 18 aprile 2015, dalle ore 9.30, la Biblioteca Nazionale Marciana ospiterà, nelle sue Sale Monumentali (Piazzetta San Marco 13/a, Venezia), l’ultima giornata del convegno “La città dell’occhio. Dimensioni del visivo nella pittura e letteratura veneziane del Settecento: rappresentazione – manipolazione – creazione”, organizzato dal Centro Tedesco di Studi Veneziani, insieme alla Katholische Universität Eichstätt Ingolstadt e con il sostegno della Fritz Tyssen Stiftung für Wissenschaftsförderung.
Nel suo libro Fondamenta degli incurabili Josif Brodskij scrive che Venezia è «la città dell’occhio: le altre facoltà vengono in seconda linea, e molto distanziate». Nel corso dei secoli, la Serenissima sviluppa una propria evidenza e visibilità che la distinguono in modo particolare da ogni altro luogo del mondo. Questo vale per l’arte del Settecento, che spesso fa del guardare uno dei soggetti principali dell’opera, nonché per la letteratura che a sua volta riflette questioni fondamentali come l’efficacia e l’influenza visuale, le dinamiche dell’osservazione e il gioco di prospettive. Ma il tema di una visualità peculiare della Venezia settecentesca possiede anche un’essenziale dimensione storica e politica nonché sociologica e antropologica – esemplare il caso del mascheramento inteso come strategia d’attrazione o di rifiuto visivi: esso ha avuto un’importanza decisiva per la creazione del ‹mito visuale› di Venezia che ha influenzato l’immagine della città fino ai giorni nostri. L’obiettivo del convegno è dunque di analizzare da un punto di vista interdisciplinare che faccia dialogare storia dell’arte, storiografia e critica letteraria, i molteplici processi che nel XVIII secolo hanno contribuito alla costruzione di quella che Brodskij chiamò «la città dell’occhio».
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