Organizzata nel cinquantennale dell'alluvione dall'Archivio di Stato di Venezia, dalla Biblioteca Nazionale Marciana e dal Comune di Venezia in collaborazione con l'Archivio Centrale dello Stato, Roma, l’Associazione dei Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia, l'Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, Italia Nostra-Sezione di Venezia, la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e del Trentino Alto-Adige, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, la RAI Veneto e l'UNESCO-Venezia, il 29 ottobre 2016 apre al pubblico la mostra
“Venezia 1966-2016. Dall'emergenza al recupero del patrimonio culturale. Storie e immagini dagli archivi della città”
realizzata a cura di Alessandra Schiavon, che sarà allestita nelle Sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana fino al 27 novembre 2016 (ingresso dal Museo Correr, orari del percorso integrato dei Musei di Piazza San Marco).
Saranno esposti documenti e fotografie provenienti dagli archivi delle principali Istituzioni veneziane preposte alla tutela ed afferenti al Ministero dei beni culturali e del turismo, nonché dall'Archivio Generale del Comune di Venezia e altre istituzioni pubbliche e privati, per offrire una ricostruzione – inevitabilmente parziale – dell'evento aqua granda.
In apertura della mostra, due testimonianze, entrambe inedite: la prima attesta lo sguardo, assorto, incredulo, di un grande storico americano – Frederic Lane – che contempla la città sommersa da una finestra del primo piano della Pensione Seguso alle Zattere, la mattina del 4 novembre, e che consegna la sua testimonianza in una lettera autografa diretta all'allievo Reinhold Mueller, all'epoca a Baltimora, alcuni anni più tardi docente all'Università Ca’ Foscari di Venezia.
La seconda testimonianza fissa sulla carta lo sguardo di un bambino o una bambina della scuola elementare di Croce di Musile, che - da un'altra finestra – osserva in una notte piena di stelle, le case del proprio paese immerse come isolotti nell'acqua del Piave che ha cancellato strade e prati e campi: uno sguardo tradotto in un coloratissimo biglietto di auguri al Prefetto di Venezia, in quell'indimenticabile Natale del 1966.
Il racconto prosegue, nelle bacheche successive, con la documentazione – assolutamente inedita – tratta dagli archivi storici della Prefettura e della Questura di Venezia, conservati nell'Archivio di Stato di Venezia.
A partire dalle prime ore del 4 novembre - quando la forza di piena di fiumi laguna e mare comincia a superare i livelli di guardia, interessando il territorio di 492 Comuni delle Tre Venezie - si fanno drammatiche le testimonianze in diretta inviate dai sindaci dei Comuni dell'intera provincia e dagli Uffici statali preposti, come il Magistrato alle acque e il Genio civile, che segnalano le rotte degli argini, le falle sui murazzi di Pellestrina, l'evacuazione di interi paesi con migliaia di sfollati da ricoverare.
Immediata e generosa la risposta da parte della comunità nazionale ed internazionale, in termini di solidarietà alle persone e alla città, che - alla stregua di Firenze - viene percepita come patrimonio del mondo, polarizzando l'attenzione dell'Unesco e dei primi Comitati privati internazionali, che a partire dai primi mesi del 1967 si pongono l'obbiettivo di contribuire finanziariamente alla sua salvaguardia.
Il risultato di questa straordinaria collaborazione sarà illustrato attraverso la proiezione di un video – realizzato dal DigitalHumanitiesLabdell'EcolePolytechnique Fédérale de Lausanne sulla base del censimento effettuato dagli uffici veneziani dell'UNESCO e dei Comitati privati– che consente di visualizzare, sul fotopiano di Venezia e in sequenza cronologica, gli edifici e i manufatti, ben 924, oggetto di intervento conservativo condotto con la direzione scientifica della Soprintendenza competente.
Ad integrare il racconto di quell'evento, si collocano i documenti tratti dall'archivio storico della Biblioteca Nazionale Marciana,come le relazioni al Ministero sulle operazioni di messa in sicurezza effettuate sul patrimonio bibliografico collocato a piano terra, o la nota informativa sulla visita effettuata dal senatore Ted Kennedy nei locali della Biblioteca a pochi giorni dall'evento, o l'annuncio dell'apertura completa delle sale al pubblico, in data 17 giugno 1968. Corredano la sezione alcune fotografie scattate, qualche giorno dopo, nella sala di lettura che ospita i volumi “alluvionati” aperti su ripiani e scaffali, e ricoperti di talco per accelerare il processo di asciugatura del supporto.
La Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e del Trentino Alto-Adige partecipa al percorso espositivo proponendo una selezione di documenti che testimoniano l’entità dei danni subiti dal patrimonio archivistico conservato da enti e persone sul territorio dell’intero Veneto e dando conto del programma di ricognizione e interventi urgenti per il recupero del materiale danneggiato, messo in atto in coordinamento con gli Archivi di Stato e le Prefetture della regione.
Completa il percorso espositivo la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, che si è avvalsa della collaborazione dell'Archivio Centrale dello Stato, ed espone le note di lavoro tratte dai primi sopralluoghi effettuati in città ed in provincia, le fotografie scattate per documentare i danni sulla pietra e sugli arredi lignei arrecati dall'acqua salsa ma anche dalla nafta fuoriuscita dagli impianti di riscaldamento a piano terra, le relazioni agli organi ministeriali, la richiesta di finanziamenti urgenti.
Concludono la mostra i documenti provenienti dall'Archivio Generale del Comunedi Venezia, tra cui l'originale della prima delibera di Giunta approvata d'urgenza il 5 novembre, alcune eloquenti immagini tratte dal fondo “Reale Fotografia Giacomelli” che attestano i danni subiti da realtà commerciali e alberghiere della città, e varie fotografie conservate da privati cittadini che l'Archivio della Comunicazione ha raccolto e digitalizzato.
Ultima testimonianza significativa proviene dall'Archivio storico, depositato presso l'Archivio di Stato, di Italia Nostra-Sezione di Venezia, attiva protagonista di riflessioni e dibattiti sul delicato rapporto tra la città e le sue acque, e sulle difficili scelte di intervento.
Impossibile elencare tutte le persone – delle Istituzioni o privati – che in quei giorni difficili, e via via nel corso degli anni successivi, con il loro intervento diretto, la consulenza tecnica, il sostegno economico, hanno contribuito a salvare uomini e cose.
A nome di tutti, la mostra viene dedicata
a Lady Frances Molyneux Clarke,
co-fondatrice prima e poi co-presidente del Venice in Peril Fund,
nota a livello internazionale per l'impegno profuso nella salvaguardia
del patrimonio artistico italiano e di Venezia in particolare
al marito Sir Ashley Clarke (Stombridge 1903- Venezia 1994),
ambasciatore britannico in Italia,
fondatore insieme alla moglie, dopo l'alluvione di Firenze nel novembre 1966,
del primo Fund britannico (Italian Art and Archives Rescue Fund - Iaarf)
in adesione all'appello lanciato dal Governo italiano attraverso l'Unesco, e promotore di una campagna internazionale per sostenere gli interventi di restauro a Venezia
e a Francesco Valcanover (Venezia 1926- Trento 2016),
funzionario poi Soprintendente alle Gallerie del Veneto,
e infine Soprintendente ai beni artistici e storici di Venezia,
promotore di una campagna sistematica di indagine sui restauri post alluvione '66
sostenuta dall'Unesco.
L'iniziativa aderisce al programma “Aqua granda” coordinato dal Comune di Venezia